Tagliere delle mie brame
Bello il tagliere, buono il tagliere, comodo il tagliere, veloce il tagliere, intramontabile il tagliere, ma che c’è nel tagliere che prepara I Banchi.«Chi ci chiede un tagliere – dice Peppe Cannistrà – deve sapere la cura che mettiamo nella scelta degli assaggi. Più che tagliere questa è una vera e propria degustazione di prodotti.
«Ci mettiamo quattro formaggi siciliani, Ragusano dop, Piacentino dell’Ennese, Muscio o Cinneri, caprini dell’Agrigentino, tuma persa e altrettanti salumi non siciliani con l’eccezione del salame di Pianogrillo e la salsiccia di Nero dei Nebrodi La paisanella. Tra questi c’è il prosciutto crudo San Daniele Dok Dall’Ava, il cotto di Paolo Parisi, fatto al carbone, la mortadella Dotta di Villani, per non dimenticare il Nebrodok, maialino nero dei Nebrodi, stagionato in Friuli, a San Daniele, e, ultimo arrivo, anche il culatello di Zibello, Antica Corte Pallavicino di Massimo Spigaroli». Questi salumi, naturalmente si alternano sul tagliere.
Un semplice tagliere? No, un gran tagliere.
Ciccio Sultano
mente pratica