Pizza, pizza e ancora pizza
«In questi giorni stiamo preparando il nuovo menu delle pizze – spiega Peppe Cannistrà – per essere pronti alla riapertura, il 1° marzo. Ci saranno i Parma di Sant’Ilario, i cotti di Capitelli, i salumi di Bazza, la mortadella La Favola, le nostre uova di Aia Gaia, le verdure di Raoul e Jessica, la carne di Allevabio, il tonno rosso e lo sgombro di Testa Conserve, il gambero rosso di Mazara.
«Ma soprattutto, ciò che più conta, è che saranno pizze impastate con farine selezionate e molite a pietra, lievitate da 24 a 36 ore. Quest’anno ci saranno anche l’integrale con un mix di grano duro e tenero e la vegetariana. Una piazza Norma, in cui le melanzane sono fritte in padella, usando solo olio evo.
I gusti saranno a rotazione, dalla tartare di manzo, cime di zucca e mozzarella di vaccina al rosso di Mazara, burrata d’Andria e pomodori confit».
E veniamo alle misure e alla formula tutto compreso. Viene servito circa un metro di pizza, diviso in tranci di 35 centimetri. Ogni trancio può comprendere due gusti diversi. Il prezzo include una mezza minerale, un paniere di pane e un piattino d’olio evo, a cui si può aggiungere o una birra da 33 millilitri o 2 bicchieri di vino rosso o bianco, è di 18 euro. Buona pizza, digeribile, a tutti.
Ciccio Sultano
mente pratica